Estate 2024: le 3 mete più cool scelte da voi!

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L’estate sta finendo e, come ogni anno, alcune destinazioni sono diventate delle vere e proprie “hit”! Curiosi di sapere quali sono le tre mete a salire sul podio dei nostri clienti?!

Uzbekistan: un viaggio sulla rotta di Tamerlano

Al terzo posto troviamo l’Uzbekistan! Sabbie dei deserti asiatici, fortezze antiche, popolazioni nomadi e l’antica cultura persiana: questo è l’Uzbekistan. Quello che incanta i viaggiatori di questo fazzoletto di mondo è l’architettura geometrica che insegue l’incidenza dei raggi di luce e si concretizza nel color cobalto delle maioliche e nel grande impero di Tamerlano.

In Uzbekistan infatti le tracce dell’impero di Tamerlano sono ovunque! Solamente il 3% è visibile il resto è stato distrutto da altri conquistatori come Gengis Khan.

A questo punto vi starete chiedendo chi è Tamerlano, il “ flagello delle steppe”! Si tratta di un guerriero che, nella seconda metà del XIV secolo fondò un impero esteso dalla Persia orientale fino alla Mesopotamia. Scelse Samarcanda come capitale del suo regno, rendendola un crocevia carovaniero.

Ripercorrere le orme di Tamerlano significa scivolare sulla via della seta, una delle vie più affascinanti del mondo passato. Offriva la possibilità alle popolazioni di scoprirsi a vicenda attraverso merci pregiate. Pelli, tessuti, seta, rubini, rabarbaro, spezie e perle, per citarne alcune, che viaggiavano lungo il suo tracciato.

Scegliere un viaggio in Uzbekistan significa ad addentrarsi tra le pieghe del tempo. Un mondo fantastico, intriso di colori, profumi, rumorosi bazar come quello di Osh, uno dei più grandi dell’Asia centrale. Significa osservare a bocca aperta la magnifica architettura costituita da mausolei sacri, moschee, palazzi e Madrase. Nel medioevo costituivano l’unica istituzione di apprendimento superiore nell’Islam. Significa conoscere i deserti freddi dell’Asia centrale, il Kara Kum ed il Kizil Kum. Gelidi d’inverno e torridi in estate, punteggiati da arbusti come il saxsaul, un piccolo cespuglio.

Anche le città sono affascinanti, Bukhara, bloccata nel tempo, che si sviluppa attraverso tre Toqui (mercati coperti) con il suo flusso di individui che qui si alternano attraversando la sua colorata opulenza. Che dire poi di Samarcanda, città quasi mitica, presente nelle narrazioni di Marco Polo, un luogo esotico, l’antico fulcro del mondo, un’araba fenice nata delle rovine dell’antica Marakanda.

Madagascar in estate: la matrioska d’Africa

Per il secondo posto voliamo in Africa! Un viaggio per chi è alla ricerca delle radici e dell’essenza di un luogo, per chi è in cerca di autenticità e colori. Uno scrigno che conserva in sé un universo, un paese dai mille frammenti che si uniscono a formare la meraviglia.

Foreste pluviali, altipiani, piantagioni di té, barriera corallina, lemuri, abitanti del Parco Nazionale di Ranomafana, noto anche per le sue orchidee. Qui é possibile incontrare l’etnia Tanala, nota per la produzione di miele. Ed il suo cuore pulsante che batte al ritmo dei villaggi, che punteggiano la terra rossa, una terra che è il risultato di culture diverse, provenienti dall’Asia e dal Medioriente.

Una contaminazione che ritroviamo ad esempio nell’artigianato, nella fabbricazione della carta Antemoro, di tradizione araba, tipica del villaggio di Ambalavao, realizzata con la scorza dell’avoha macerata e decorata con fiori naturali. E poi l’ebano, il palissandro e il bois de rose, che prendono vita attraverso i manufatti esposti sulle bancarelle di Ambositra, la capitale dell’ artigianato, da visitare a bordo dei pousse pousse, i risciò colorati.

Non basta un solo viaggio per catturare tutte le sfumature di questo angolo di paradiso. Da non perdere il Parco nazionale dell’Isalo, definito “il Colorado malgascio” per via dei suoi canyon. Lì si incontrano baobab nani di appena 60 cm, in alcuni periodi ricoperti di fiori gialli e l’etnia Bara, che qui seppellisce i suoi morti.

E poi ancora i pinnacoli di roccia rossa, gli Tsingy Rouge, risultato dell’erosione e della mescolanza di differenti ossidi, le sepolture di Sakalava, Mahafaly, Antandroy, con le loro pitture appariscenti e le steli funerarie in legno chiamate Alo Alo.

Queste sono solo alcune delle tappe imperdibili che hanno caratterizzano l’entroterra del Madagascar!

Il Giappone in estate: l’affascinante universo di Geishe e Shogun

Ad aggiudicarsi la medaglia d’oro è il Giappone! Per chi non ama le mezze misure ed è attratto tanto dal passato e dalle tradizioni quanto dal futuro all’ennesima potenza, che si concretizza nelle megalopoli come Tokyo, dove l’incrocio di Shibuya rappresenta l’ombelico del mondo. Il Giappone è la risultante di questa commistione tra i due opposti, dove il fil rouge è l’onnipresente natura.

Un viaggio in Giappone è un’esperienza alla scoperta dei pilastri della filosofia orientale: meditazione, eleganza, natura, tradizioni profonde. Immergersi nelle vasche termali di un onsen, dormire in un ryokan, la tradizionale locanda giapponese con il pavimento in tatami ed il futon. Assaggiare la cucina locale e le sue prelibatezze come i Takoyaki (palline di pastella e polipo), Unadon (anguilla marinata e cotta alla griglia, servita con riso o taglioni in brodo), Katsudon (maiale impanato e fritto) per citarne alcuni. Assistere ad un combattimento tra lottatori di sumo, vero e proprio sport nazionale. Incontrare i monaci zen in città come Kyoto, dove sorgono 1.500 templi buddisti e giardini zen ed i cervi nel parco di Nara, una città tradizionale con le sue vecchie abitazioni in legno che si alternano lungo le vie di Naramachi.

La tradizione caratterizza anche la penisola di Kunisaki, a nord di Beppu, dove si abita nei villaggi di legno in mezzo ai campi, si incontrano templi celati nelle foreste e si visitano le sorgenti termali jigoku, i cosiddetti inferni, dove ogni pozza assume una colorazione diversa.

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Un viaggio in Giappone non può essere completo senza salire sul monte Fuji, risultato di un’attività vulcanica iniziata 100.000 anni fa. Non si tratta soltanto di una montagna, ma rappresenta un’icona di spiritualità. Una leggenda narra che l’asceta religioso Hasegawa Kakugyo (1541-1646) abbia scalato la montagna più di 100 volte. Le sue imprese hanno portato alla formazione del Fuji-ko, un gruppo di adoratori del Monte Fuji che, in segno di devozione, hanno realizzato santuari e monumenti rupestri.


La vostra meta dei sogni 2024 è stata una delle tre oppure no?! Scrivetecelo nei commenti! E stay tuned: già pensiamo al 2025!

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